La contaminazione microbica degli alimenti: dall’acquisto a casa

Per molte specie di microrganismi, gli alimenti rappresentano un ambiente particolarmente adatto alla loro sopravvivenza e riproduzione. Si nutrono con le sostanze che compongono i cibi e producono prodotti di scarto che rendono gli alimenti non adatti al consumo.
Alcuni microrganismi possono essere utili, basti pensare a quelli utilizzati per produrre alimenti come lo yogurt, i formaggi…ma ce ne alcuni che possono essere patogeni. Se questi entrano in contatto con i cibi, ci potrebbe essere produzione di tossine, tali da rendere l’alimento dannoso per la nostra salute.
Nelle maggior parte dei casi, le contaminazioni microbiche avvengono accidentalmente per la presenza, all’interno dell’alimento, di micro e macro parassiti, quali batteri, virus, funghi, protozoi, vermi o sostanze nocive.
Cosa può fare il consumatore per ridurre il rischio di contaminazione microbica degli alimenti?
Il primo passo deve essere fatto al momento dell’acquisto. Per prima cosa occorre controllare che le confezioni siano integre e che quelle dei prodotti refrigerati o surgelati non siano bagnate o ricoperte di brina o ghiaccio. E’ buona regola controllare che il freezer del negozio abbia un termometro che indichi la temperatura e verificare che questa sia adeguata agli alimenti che vi sono conservati: prodotti refrigerati da +0 a +4 gradi, surgelati ≤ a -18 gradi e congelati da -7 a-12 gradi.
Il secondo punto è leggere l’etichetta. La prima cosa da controllare, a seconda del tipo di alimento, è la data di scadenza o il termine minimo di conservazione (TMC). Quest’ultimo di solito è seguito dalla dicitura “da consumarsi preferibilmente entro…”.
Cos’è il TMC?
E’ la data fino alla quale il prodotto, in adeguate condizioni di conservazione, mantiene le sue proprietà specifiche. Oltre questo termine si potrebbero modificare le caratteristiche organolettiche, come il sapore, l’odore… ma la sicurezza per la salute, viene mantenuta. A differenza del TMC, la data di scadenza è più rigida ed è seguita dalla dicitura “da consumarsi entro…”. Viene inserita sugli alimenti facilmente deperibili come latte, yogurt, formaggi, ecc. e non bisogna consumare questi alimenti dopo tale data, per evitare un rischio per la salute.
Il terzo punto riguarda la “catena del freddo”. Questa espressione indica il mantenimento della giusta temperatura di conservazione dei prodotti surgelati, in tutte le fasi, dalla produzione fino al consumo. E’ importante non interrompere tale catena per garantire il mantenimento delle caratteristiche organolettiche e il profilo di sicurezza degli alimenti.
Cosa possiamo fare per non interrompere questa catena?
Qualche piccola accortezza ci può aiutare. Il trasporto dal negozio a casa deve avvenire nel minor tempo possibile, per questo è importante evitare fermate intermedie e lasciare le borse della spesa in macchina. Acquistiamo i surgelati e gli alimenti facilmente deperibili per ultimi e mettiamoli, tutti insieme, in appositi contenitori termici fino a casa, soprattutto in estate. Una volta arrivati a destinazione sarà fondamentale conservare gli alimenti nel modo più appropriato, nella dispensa, in frigorifero o in congelatore. Sicuramente, seguendo queste precauzioni, imparerete facilmente ad acquistare e a trasportare i cibi nel modo migliore e a ridurre il rischio di contaminazione microbica dei vostri alimenti.
Nella seconda parte dell’articolo vi parlerò della corretta conservazione dei cibi nell’ambiente domestico.
Bibliografia
https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_opuscoliPoster_70_allegato.pdf
https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_opuscoliPoster_275_allegato.pdf
https://www.crea.gov.it/web/alimenti-e-nutrizione/-/linee-guida-per-una-sana-alimentazione-2018
https://online.scuola.zanichelli.it/chimicafacile/wp-content/uploads/esp111.pdf